domenica 25 marzo 2007

Belly happiness

Dopo l'ossigenazione il principale bisogno primario è la nutrizione, no?
In quest'ottica alla domenica mattina è possibile inneggiare alla vita, seppur saltuariamente respirando, recandosi ad esempio al Four Seasons a consumare il tipico (!) brunch.
Trattasi di chilometrico buffet corredato di fonte alpina et inesauribile di champagne francese, comprensivo di salmone ostriche caviale foiegras aragosta gamberoni salmone pastafresca insalate stuzzichini formaggifrancesi dolcetti dolcioni sushi e diverse altre soluzioni per tendere alla sfericità.
Il tutto, ovviamente, a contenuto prezzo fisso!
Ah, la felicità...

7 commenti:

sposila ha detto...

W i "piccoli" piaceri della vita!!
Per essere very originals però, dovevate presentarvi in pigiama, come nei brunch milanesi più trendy :-)) Certo però che la fontana di champagne ha il suo perchè, non voglio neanche pensare al modico prezzo fisso!
Ma cosa starà combinando la coppia mamma-figlia?! Vorrei al più presto una doppia postata!! Buuu vorrei essere lì con voi..
Baciiiiii, Ila

PS: Marco non credere ho letto con attenzione anche della città schifosa che hai visitato, non mi sfugge niente! Impressionante la foto del mega hotel..ciao giraoriente

Anonimo ha detto...

non so se arriva il mio messaggio, ma comunque WOW, ve la godete alla grande! io la fontana di champagne non l'avrei nemmeno pensata, anche se forse, qui a Belluno, impegnandomi un po', potrei trovare l'analogo.... senz'altro qui il brunch si consuma alle 8,30, che è gia metà domenica mattina per il 99% dei residenti. non si fa in pigiama ma con motosega in mano e fiasco di vino ai piedi (si chiama affettuosamente "pupo" quello da 5 litri, che basta a malapena per due, massimo tre bellunesi per la mattinata). ilpiatto tipico è il panino con la mortadella. e poi via verso altri quintali di legna (è come fare il cruciverba per un milanese, credo...)
ci mancate da morire
fra

Anonimo ha detto...

mi è venuta in mente una rubrica culturale: shangai-sossai, paese che vai...
ora forse non sono più "anonimo"
l'età mi rende tutto più difficile...
ribaci
fra

Anonimo ha detto...

sto leggendo il vs blog con la mia mamma!!!!!che non è capace a lasciare i commenti, ma a breve imparerà e vi scriverà anche lei! baci marta

Anonimo ha detto...

attenzione... di questo passo il blog si trasformerà presto in "round marco (a)round the world"....

Aspettando Simonate,

PB

Carlo ha detto...

Viva Shanghai e viva Simona che mi ha fatto passare un bellissimo pomeriggio cinese!
Le premesse alla vigilia del viaggio erano davvero pessime: viaggio di lavoro indesiderato con annullamento delle vacanze pasquali, mazzata in aereo economico con gambe ripiegate a libro, valigia persa, poi arrivata aperta e rotta... insomma tutto buttava male. Poi però ho avuto la fortuna di essere guidato da una cinese cammuffata da genovese che, un po' rimpiangendo la pietra del pavimento della cucina del suo loft, un po' sentendo la mancanza delle vele che si stagliano al tramonto contro il cielo scuro, si era già innamorata di una città a dir poco incredibile. Tu arrivi in aereo e prendi un treno Maglev che a 430km/h ti porta in pochi minuti in centro città e dici: ma se noi (sarebbe "gli italiani" per la cronaca...) da cent'anni cerchiamo di avere il ponte su quello stretto che pare così largo da sembrare insuperabile, come hanno fatto i cinesi (sì, quelli che prendiamo sempre per il culo perché sono tanti, bassi e brutti) a costruire una cosa simile? Mah, mistero irrisolto.
Dicevamo che il giro guidato è stato proprio super, abbiamo visto e speso tutto (a proposito, la valigia me l'hanno ripersa, con TUTTI i regali dentro, ancora non arriva, evviva!) e poi abbiamo mangiato in un posto da dove puoi uscire come Rocky monco: sí, perché per entrare devi superare la prova della bocca della verità e per fare pipì ti puoi spiaccicare il naso contro gli specchi.
L'appartamento di Simona è uno sballo, con tutti i pulsantini all'entrata per chiamare i cinesini in soccorso, la stanza da letto rotonda, la manovella per issare il bucato (evvai, che un pezzo di barca a vela ce l'abbiamo anche sul balcone!), tutti i laghetti sotto la finestra e poi tanto, tanto verde. Beh, anche il rosso degli aceri, è vero.
I taxisti oramai hanno imparato il genovese, perché portano Simona ovunque, qualunque cose lei dica loro. E poi i negozi buoni (quelli dove vanno solo i cinesi bene) conoscono anche la sua impronta digitale, visto che lascia sempre TRACCIA!
Dovete sapere voi tutti che Simona ha grandi progetti per sfamare e vestire i cinesi, state pronti!
Certo, ancora qualche cappellata la si fa, come quella di comprare lo yogurt al posto del latte, col quale si sarebbe dovuto macchiare un caffé che per sempre è rimasto nero. Buono, però nero.
Concludo questo mio intervento dicendo che non capisco se e come si può appicciare una foto in questo blog. Chi lo dovesse scoprire, lo dica ad alta voce.
Baci a tutti, Carlo.

Carlo ha detto...

INCHIOSTRO DI CHINA

Amici, la oramai lunga permanenza in Spagna e l'uso quotidiano della sua lingua hanno acceso ancor più in me l'interesse (che spesso sconfina in una ossessione) per l'origine delle parole.
Inutile dire che ho trovato una bella etimologia ad hoc per gli amici Marco e Simona: inchiostro di china.
Se vi dico che in spagnolo si chiama "tinta china" avete già capito il trucco? Dài, che è facile facile: qualche pistola nel passato (ce ne devono essere stati sempre in abbondanza) ha letto male dallo spagnolo (o dal portoghese) la parola "China" e ne ha fatto proprio una bella italianata.