martedì 27 novembre 2007

Che barba che noia... parte II

E poi c'e' chi ormai e' fuori, e della vita non riesce proprio a dimostrare il minimo entusiasmo.

Passi per chi se la dorme da McDonald, facendosene un baffo di essere comunque in vetrina sulla strada dello struscio shanghainese....



Ma riuscire ad addormentarsi in sella ad una bici, proprio sul ciglio della strada....

Che barba che noia... parte I

Sembrerebbe ci sia qualcuno che non ha intenzione alcuna di uscirsene al freddo e al gelo, tra la gente rumorosa e fastidiosa, con mille incombenze quotidiane ed un futuro da decifrare.... vero Marghe?

lunedì 12 novembre 2007

Basta con la solita capricciosa!!!

Ci sono momenti nella vita in cui bisogna fare scelte decise.
Non lasciarsi andare al caso, al destino, ma prendere le redini in mano e condurre le cose proprio dove si vuole, raggiungere gli obiettivi pianificati e finalmente essere soddisfatti.

Ad esempio, quando scegli la Margherita!

Bada bene, non capricciosa e neppure marinara, perchè è per tutta la vita e non è che vogliamo finire esauriti, nè frustrati da promesse tradite.

Sia ben chiaro, ed a scanso di equivoci, che io porto i pantaloni ma ovviamente le decisioni di cui sopra non le ho prese io!
Però spero di aver contribuito, almeno per la mia parte, alla scelta del modello: vedremo più avanti se abbiamo avuto ragione o no!

Ne frattempo vi presento.....

rullo di tamburi

...



Margherita!!!!!

Qua la vedete intorno alla 16a settimana, un bel profilo che somiglia tutta a papà, vero?
Ora almeno posso dirlo...

Per risparmiarvi calcoli cervellotici (ancora più complicati per chi, come alcune esponenti del gentil sesso, sostiene che alla fine la gravidanza dura dieci mesi...) la aspettiamo per gli ultimi giorni di gennaio, e se non ritarda troppo sarà del segno cinese del Maiale Sacro!!!

Una fortuna che pochi bambini avranno, poche decine di milioni in Cina quest'anno (i genitori hanno prontamente programmato le nascite per rispettare le date, visto che far nascere i bambini l'8 agosto 2008, giorno di inizio delle Olimpiadi e data particolarmente fausta, richiedeva una dose di culo non trascurabile...)


Per dimostrarvi che è tutta il sottoscritto, anteprima del suo piede sinistro...

E' già evidente che va bene a malapena per salire sul bus... tutta suo papà!!!!











Ora la pancia sembra abbia assunto proporzioni bibliche, circolano fotografie sul mercato nero che non posso pubblicare per evidenti motivi di decenza, anche perchè sarebbero della mia altrettanto enorme pancia, la Simo non riesce ad attaccare la webcam e quindi non ho idea di quanto sia sferica la sua bonza!

Saluti a tutti, tra poco la pacchia finisce!!!!!

martedì 6 novembre 2007

Quasi quasi mi faccio un Patak

Ci sono cose, di questo meraviglioso posto, che mi fanno ridere anche a distanza di mesi.

Questa foto l'ho fatta in primavera, una sera che passeggiavo davanti all'ennesimo, enorme cantiere edile in centro, dove probabilmente in men che non si dica si ergerà un enorme palazzo dotato di centro commerciale, hotel a cinque stelle, uffici con vista mozzafiato, spa, supermercato nel seminterrato e helipad in cima.

Sulla recinzione del cantiere c'erano diverse pubblicità del centro commerciale già esistente dall'altro lato della strada, a testimonianza che i cinesi comunisti oggi si venderebbero anche l'anidrida carbonica che espirano, se potessero.
Tra queste, questa gigantografia di cronografo lussuoso, cui è stato "sportivamente" rimosso il marchio perchè l'oggetto della reclame è, in effetti, il centro commerciale stesso. Per cui non è il caso di regalare visibilità ad un marchio piuttosto che ad un altro, per non scontentare nessuno.

Anzi, per non scontentare proprio nessuno, hanno pensato bene di usare un orologio falso!!!
Amo i cinesi, solo loro potevano raggiungere un tale risultato con leggiadria!!!!

Guardate il lunario: mostra uno spicchio di luna, da una parte le stelle e dall'alrta il cielo blu. Con quello spicchio di luna, così come è disegnato, il lunario non indicherà mai qual'è la fase lunare corrente, al limite capiterà una volta nella vita di incocciare la posizione durante un'eclissi parziale...
In verità quel finto lunario è quello che montano le patacche locali che, ovviamente, non hanno un movimento sofisticato abbastanza, e quindi "infilano" il quadrante disegnato su un movimento di 24 ore, così la luna appare di notte e di giorno compare il sole.
Perchè lo so? Ma perchè il mio meraviglioso Patak Phillippe, comprato con orgoglio la prima settimana di permanenza, è fatto esattamente così! Peccato che le lettere dorate sul contrappeso, prestigiosamente montato dietro un fondello di cristallo per mostrare il meccanismo automatico, si siano già staccate e nuotino nella cassa, con risultati prevedibili sull'affidabilità dell'orario indicato!!!!

Insomma, evviva il centro commerciale democratico e comunista, che invece che orologi da miliardari vende patacche da mercato cui toglie premurosamente il marchio (falso)!!!!

domenica 4 novembre 2007

Se qualcuno non ci credesse...

Ho sempre il sospetto che molti non credano che qui a Shanghai ci sono venuto per lavorare... sarà perchè racconto sempre che è una città così divertente e con tante cose da fare, sarà perchè anche io mi vedrei meglio in pantofole sul divano ad aspettare che arrivi l'ora di mettere le gambe sotto al tavolo...

Ho pensato allora di testimoniare, per lo meno per chi ha fede, l'esistenza del mio ufficio, al sedicesimo piano di quel bel grattacielo verdognolo e vetroso.
Per inciso, a sottolineare la mia incorreggibile pigrizia, la foto l'ho fatta dall'ingresso del condominio dove abitiamo!!! Distanze siderali, in Cina...

lunedì 29 ottobre 2007

Vita solitaria a Shanghai

Dopo una lunghissima assenza dal blog, torno a farmi vivo. Eh sì, l'inusuale prima persona singolare sta a significare che sono qua solo soletto, abbandonato al triste destino di un povero single (relativamente alto, peloso e ricco) a Shanghai...

Come ogni single che si rispetti, da quando sono arrivato (sabato sera, dopo l'usuale viaggio della speranza che neanche i profughi guatemaltechi mi invidiano... ci tornerò poi) non ho messo mano ai fornelli se non per le più elementari operazioni, tutte ad alto coefficiente di sporcamento.

In particolare stasera mi sono distinto per aver usato solo l'apribottiglie, sturando una fresca Corona, da accompagnare alla tipica cena shanghainese: super burrito!!!!
Ha finalmente aperto nella mitica Dagu Lu, la via sottocasa che ci regala tante gioie, il take away texmex!!!!!

Non potete capire la mia incontenibile gioia, adoro quesadillas burritos e tacos, soprattutto perchè sanno tutti dello stesso identico gusto e non saprei mai riconoscerli! Hanno però, rispetto all'indigeribile pizza sinofrancese cui mi ero finora affidato, di conservare una sembianza di digeribilità contenendo anche tracce di vegetali...

Peraltro forse la foto non rende, ma quel "coso" in primo piano penso pesasse circa un chilo...


Insomma, sono tornato sabato arrivando direttamente da Dublino, dove ho partecipato ad un meraviglioso congresso sui sinistri marittimi (www.marineclaimsconference.com per chi avesse questa morbosa curiosità) insieme ad un nutrito e ridanciano gruppo di italians (no, non è vero, abbiamo studiato e lavorato come matti e fatto solo social networking con sconosciuti e mai bevuto neppure una pinta!!! A proposito, tutti i partecipanti sono OBBLIGATI a lasciare un commento di conferma, vero Andrea?).
All'aeroporto di Dublino buona parte del gruppo si è presentata in un anticipo incalcolabile, che ha ovviamente voluto riempire (come ogni interstizio nei giorni precedenti) di Guinness.
Non capisco perchè il mio abbigliamento da viaggio abbia causato in loro reazioni ilari e incontrollate: a parte l'evidente somiglianza con un pigiama, la mia maglia a maniche lunghe era dignitosissima soprattutto tra i buzzurri campagnoli irlandesi che affollavano lo scalo. Sarà stato certo per il tasso alcolico, già stellare...
Dopo una pinta in amicizia a raccontarcela su angoli di collisione e onestà degli armatori (!) e passata la security, ho pensato di fare un saluto a Simone che si era portato avanti col lavoro ed era già al gate A64.
Che ci crediate o no, il gate A64 è certamente in EIRE, non c'è altra spiegazione: altrimenti in 20 minuti ci sarei dovuto arrivare! E invece quando l'ennesimo beffardo cartello indicava i gate da A64 ad A67 a sinistra e in fondo al corridoio gigametrico, ho desistito perchè il mio gate (A43) suonava orribilmente all'altro capo dell'aeroporto (a lambire la Cornovaglia...), ho salutato Simo per telefono e mi sono incamminato indietro... finchè ZAC! un volenteroso addetto alla security peldicarota e accentostrascicante mi ha intimato di fermarmi, perchè da quel corridoio non si può tornare indietro verso la zona centrale dell'aeroporto: come?!?!?
Ebbene sì, c'è un cartello tipo senso unico, il corridoio che ho fatto non può essere percorso a ritroso, e peraltro non c'è una strada alternativa! Mi sono allora spiegato i numerosi infanti sdraiati sulle sedie di attesa, evidentemente nati da coppie intrappolate da anni all'A44...
Mi ci è voluta una decina di minuti di pietosa sceneggiata napoletana a convincere il paracarro ingiallito che, strisciando contro le pareti con circospezione, avrei potuto arrischiarmi di risalire il corridoio per tornare verso il terminal C, senza far male a nessuno... e dopo grande fatica, ormai in usuale ritardo, sono arrivato al mio gate!!!!

RITARDO, l'aereo non c'è... causa sciopero a Parigi!

Io i francesi li odio, non dovrei ammetterlo ma è sostanzialmente così, e ogni volta che si interpongono tra me e il fiume divento un ippopotamo incazzato!
Così mi sono sorbito un'ora e mezza di ritardo in partenza, un volo stracolmo e, all'arrivo a Parigi, le rassicurazioni dei colleghi francesi incontrati sul volo "è uno sciopero pazzesco, il tuo volo non parte di sicuro"...
E infatti lo sciopero era pazzesco, i cartelloni dei voli sembravano i primi cinque minuti del soldato Ryan, una strage di cancellazioni.
Al terminal C (di nuovo!), quello delgi intercontinentali di bassa lega, le solite orde di famiglie multicolor con appresso fagotti di pellami e di bottiglie di liquore (strana gente viaggia a Parigi) erano misteriosamente svanite, una calma spettrale regnava e non c'era neppure la coda alla security ormai amichevolmente rinominata Nabucodonosor anche dallo speaker...
Panico.

In fondo ormai ero lì, l'albergo al terminal era certamente già pieno e, con un po' di fortuna, la mia tessera EliteSkyPlusOroDiamantato che di solito non serve a nulla mi avrebbe permesso di entrare nella saletta e aspettare la fine dell'agitazione.
A sorpresa il volo AF116 per Shanghai non era ancora cancellato! Entro in saletta col cuore in gola e la simpatica hostess, ovviamente in francese nonostante il mio saluto cockney, mi informa che è l'unico in tabellone probabilmente perchè si sono scordati di eliminarlo... simpatica...

Parto con la strategia di sopravvivenza: tartine e champagne, che in saletta stranamente abbondano (in realtà non essendoci quasi nessuno ci mancherebbe che fossero esaurite!).
Ci do dentro con metodo, un bicchiere due tramezzini un cracker con formaggio, a rotazione continua.

La speaker accende il microfono, l'equipaggio si è sbagliato ed è arrivato, si parte!

martedì 28 agosto 2007

una domenica di folclore

Domenica, dopo una deludente visita ad una sovrastimata mostra su Gaudì, ci siamo finalmente imbattuti nel famoso mercato delle mogli e dei mariti.
Qualche mese fa avevo letto su un giornale che i genitori cinesi sembrano essere molto preoccupati dal nuovo fenomeno di costume dominante la young generation.
Sembra, infatti, che i giovani siano in ritardo sulla normale età da "accasamento" di circa 15 anni, troppo concnetrati sullo studio e la carriera.
Intraprenedenti, mercanti e socievoli quali sono, gli stessi genitori cinesi hanno, però, trovato una soluzione: riunirsi in un parco alla domenica con cartelli che raccontano le generalità dei loro figli, il loro background scolastico e l'attuale posizione professionale, allo scopo di favorire appuntamenti mirati, come un'agenzia matrimoniale.
Marco ha dovuto fare la foto un po' di nascosto perciò non è delle milgliori, gli annunci sono due, il primo appeso nel verde, il secondo scritto su un sacchetto di carta e appeso al ginocchio di una delle due signore.







Usciti dal parco, ed allontanati dalla zona appartata dei nuovi genitori-sensali, ci siamo incamminati verso casa quando un anziano sorridente signore ha nuovamente attirato la nostra attenzione.
Sembrava così gioioso di spendere la sua età da pensione dietro una pallina da tennis che, legata ad una catenina, consente di giocare fantastici singoli on the road.
Questo rimane uno degli aspetti più affascinanti della città: la serenità che si legge nei volti dei vecchi.


lunedì 27 agosto 2007

Benvenuti in Indonesia!!

Questa è da un po' che devo tirarla fuori, ma alla fine sembra che appizzare il cavetto al telefonino e scrivere due righe diventino un'impresa titanica ogni volta che mi ci appresto.

Beh, stasera mi sento titanico...


Mi reco, ovviamente per diletto, a bordo di un catafalco ormeggiato permanentemente nel mezzo di un campo gasifero nell'unico posto davvero brutto dell'Indonesia, Jambi.

Per arrivarci affronto il classico viaggio della speranza asiatico (vai in Indonesia, è lì vicino a te...) di due giorni interi, a metà del quale sbarco a Jakarta all'aeroporto internazionale: è un bellissimo aeroporto moderno ma costruito in mattoni, con i terminal senza pareti (fa sempre caldo) e giardini verdi dappertutto...


All'immigration evidentemente avevano un solo chiodo, così hanno dovuto condensare tutti i pensieri in un unico cartello:


Benvenuti! Per i trafficanti c'è la pena di morte!

E se leggeste la scritta piccola in basso a destra, c'è scritto "Vendo panda uniproprietario"...

giovedì 16 agosto 2007

L'angolo di Simona

Usi e costumi


Ecco un esempio di come si può passare il tempo libero: raggrupparsi attorno a qualcuno che gioca


Per rendere l'idea della massa: questa è una delle tante sale d'attesa della stazione di Shanghai. Ogni sala è adibita all'attesa di specifici treni. Devo ammettere che il tutto è tanto schiacciante quanto efficiente.



I vecchi mezzi di trasporto non sono ancora stati rimpiazzati da agenzie specializzate.


I meravigliosi colori di questo albero sono dati dal mescolarsi del giallo delle foglie assieme al rosso dei biglietti buddisti che vengono appesi ai rami. L'albero è, infatti, situato all'interno di un tempio e i biglietti, che esprimono ciascuno un desiderio, vengono appesi uno ad uno dalle persone che li hanno espressi.


La passione per il rito dello sposalizio è completamente trasformata. Uno dei punti principali sembra essere quello delle foto che ritraggono gli sposi.
La peculiarità è che questi scatti, estremamente ritoccati e barocchi, vengono presi in diverse giornate che precedono, anche di mesi, il matrimonio, e può capitare di andare in qualche casa e trovarle già incorniciate in bella mostra su qualche mobile senza che il matrimonio sia mai avvenuto.

martedì 14 agosto 2007

per i curiosi

se qualcuno avesse voglia di curiosare alcune foto in più questo è un link divertente:

http://picasaweb.google.com/TheOgBj/ChinaDaysWithSimonaAndMarco?authkey=FoSiT58BnNs

sabato 11 agosto 2007

Che tempo...

Meravigliosa l'estate shanghainese... alla temperatura media di 35 gradi si sovrappongono scrosci estivi di una certa portata...


Già il caldo invoglia poco a uscire (a parte le strette necessità, vedi Ikea per il barattolo dei biscotti che con l'umidità diventano molli ancora prima di aprirli!), figuriamoci se bisogna mettersi muta e pinne...

venerdì 10 agosto 2007

Siamo tornati!

Ciao a tutti!

Dopo un'assenza interminabile ed ingiustificata dal blog, due righe per confermare che siamo vivi e vegeti, e che siamo da pochi giorni tornati a Shanghai.

Cercheremo di aggiornarvi sugli ultimi sviluppi, sempre che ci ricordiamo come funziona 'sto coso...

Un abbraccio, a presto!!!

lunedì 18 giugno 2007

Solo a Shanghai?

Sarà mai possibile essere soli a Shanghai?!?!?

Con venti milioni di giannizzeri che ti girano intorno come le farfalline blu sulle cagate di vacca in montagna... maddai!!!!


Eppure sì, non mi sento solo, SONO SOLO!!!!


La Simo è partita, missione scientifica al polo gastronomico, ed io me ne starò per un po' qui a sudare nella macaja di mezzo!


Ma...

Ma ho ben due consolazioni!

La prima è che avrò mille cose da fare, e il tempo volerà...

La seconda è che la Nord è con me!!!! Non ci credete?

Guardate cosa mi ha mandato l'amico Jack!!!!!


Non sarò mai solo a Shanghai.....

mercoledì 13 giugno 2007

Forza GenoAAAAA!!!!!

Ci sono cose cui gli uomini spesso fanno oggettivamente fatica a rinunciare... una di queste sovente e' il calcio!

Per un genoano poi, animato da una passione continuamente forgiata dalle infinite difficolta' e sofferenze, questo e' tantopiu' vero...
E allora come saziare il desiderio di partecipare all'ennesima prova della squadra del cuore, giocata e vissuta dall'altra parte del globo e senza che la TV di stato cinese si degnasse di darle la meritata (?) copertura???

VIA SKYPE!!!!!!

Approfittando di una brillante intuizione di Simona (che l'aria inquinata di Shanghai stimoli i suoi neuroni alla sorpavvivenza?), ho chiesto al Prof di puntare la webcam verso lo schermo della TV, e di chiamarmi al fischio d'inizio.
Solo a posteriori ho scoperto che ha pinzato la camera al cestino dell'immondizia, per fortuna non percepivo malodori...
Lo stupefacente risultato è stato una sequenza di fermoimmagine della partita, usualmente anche incasinati ed a quadretti, aggiornati circa ogni secondo tranne quando l'azione si faceva concitata (ovvero interessante) quando il frame rate scendeva ad un'immagine ogni cinque secondi circa....
Insomma, nel peggiore dei modi ma ho visto la partita!!!
Che fosse men che memorabile poco importa, ciò che conta è che alla fine si è fatta grande festa e sono iniziate le più sfrenate fantasie calciomercatistiche che solo i genoani possono inventarsi...

I festeggiamenti cittadini mi sono stati riportati come grandiosi ed allegri, e certo non potevo mancare di pubblicare il trionfo del tele-internet-emittente gaudente in Piazza De Ferrari!







Qualcuno sembra aver apprezzato meno l'imposizione dei colori sociali, non tanto la piccola Clara, evidentemente accondiscendente, quanto la meno appassionata mamma Federica....

martedì 22 maggio 2007

Cooperazione sino-napoletana?

Non è che i cinesi nel mondo siano noti per l'integrità morale nè per la cristallina onestà.
Diciamo che è già ben noto che, quando si tratti di guadagnare qualche vile kuai, siano ben pronti al sotterfugio o l'inganno.

Questa mattina dopo la "solita" sveglia delle cinque e mezza, tipica delle locali trasferte (ma perchè qui svegliano il gallo e vanno a dormire prima delle galline?), sono atterrato nella ridente località di Zhoushan, provincia dello Zhejiang, a poche centinaia di km da Shanghai su un'isoletta circondata da mare color caffelatte.

Ieri avevo passato la giornata a cercare su Internet un numero di telefono del cantiere ove avrei dovuto trovare la mia nave (Cosco, società mastodontica con numerosi cantieri per tutta la Cina, non gli ultimi arrivati), senza trovarne traccia! E dire che ho provato tutte le malizie ormai faticosamente imparate, come la ricerca su motori cinesi tradotti in diretta da Google...
Niente, Cosco Zhoushan comunica solo con piccioni viaggiatori, ed alla sede centrale di Cosco Shipyard Co Ltd risponde la donna delle pulizie che sa dire in inglese solo un numero inesistente...

Allora ho deciso di improvvisare e sono arrivato all'aeroporto senza indicazioni, tranquillizzato dalla notorietà del cantiere di destinazione.
Cosco suonava per tutti i cinesi interpellati come ZanJiaoWung per Giobatta Parodi...
Allora chiamando l'ispettore indiano a bordo ho per lo meno realizzato che dovevo raggiungere l'isola di LiHen.
Così un tassista facoltoso ha capito che avrei dovuto raggiungere il porto, e mi ha detto: "Sixty yuan" in perfetto inglese. Alla mia faccia truce ha replicato con un oxfordiano Fifty yuan, al che capita l'antifona gli ho detto Let's go facendomi capire con ampi gesti.

Poi gli ho fatto il segno del tassametro (cosa vuol dire? I taxi hanno sul cruscotto un indicatore luminoso che mostra quando sono liberi, e che quando sale un cliente viene abbattutto avviando il tassametro). Ripescando dal vasto repertorio shakesperiano il conduttore ha abbaiato un "No meter in Zhoushan!"... Ma come No meter, era lì montato ed acceso!!!

Purtroppo per il tassista, appena partito gli ho abbattuto il coso, ed all'arrivo gli ho pagato la metà dei cinquanta spacchioti che continuava a reclamare... Ovvero due euro e mezzo, giusto perchè per principio dovevo fargli capire che sono tanti e intraprendenti, ma noi siam mica nati ieri...

Per la cronaca sull'isola di destinazione (con strade non asfaltate ed uno dei più grandi cantieri della Cina...) Il tassista il tassametro lo teneva nel bagagliaio, ed ha caricato insieme tre clienti portandoli ad uno ad uno per venti spacchiotti ciascuno, ovviamente facendo la ricevuta! Era l'unico...

domenica 13 maggio 2007

le ultime dall'oriente

Un altro pezzo di famiglia è arrivato ed ha comportato una temporanea assenza di aggiornamenti: Giovanni è atterrato venerdì 4 maggio.
Ci siamo dilettatati in giri turistici, cene in notevoli ristoranti e, addirittura, una gita di due giorni in occasione del varo della "Caterina Cosulich" una bettolina di 99 metri.















Il varo si è tenuto nella ridente località di Zhenjian che, a sorpresa, presenta un piccolo ma davvero caratteristico centro storico















un vivaio di Bonsai














e ci ha anche istruito in merito ad uno degli sport che maggiormente dilettano la terza età locale















Ritornando a Shanghai non abbiamo mancato di fare un salto sulla nostra torre preferita per goderci la "solita" Shanghai accesa di mille luci





















Dopo tutto questo, per preparare al meglio il volo di ritorno ci siamo accomodati per l'ennesima, pantagruelica mangiata al brunch del Four Seasons

martedì 17 aprile 2007

DIARIO: Quando le tovaglie fanno il giro del mondo



Quando le tovaglie fanno il giro del mondo


Sono a Shanghai da sola.
Ho deciso di rimanere qui nonostante Marco abbia insistito parecchio per farmi rientrare assieme a lui in Italia, e non lasciarmi da sola.
Ho deciso così perché l'avventura mi piace, mi sta proprio piacendo, e vissuta da sola diventa ancor più "avventurosa".
Non credevo.
All'inizio ero un po' titubante, la prima volta che Marco mi ha abbandonato credevo che la città mi avrebbe fagocitato senza lasciare di me la minima traccia.
Qualcuno dall’Italia avrebbe cercato di mostrare una mia foto a qualche negoziante (miope per forza di cose e di etnia) della strada in cui abito, ma nessuno avrebbe dato cenno di avermi mai visto….
Invece, giorno dopo giorno, la sensazione di quanto fosse speciale tutto quello che stiamo facendo mi ha catturato.
E' un'avventura il quotidiano, una continua scoperta andare a fare la spesa, avere la sensazione di penetrare a tratti questa nuova cultura, solo osservando le persone.
Al mercato, un po' di tempo fa, un cinese dormiva dentro uno scomparto della verdura, tra un mare di patate e un lago di insalata; l'altro giorno una guardia all'ingresso di un locale, dove si teneva una festa privata, dormiva seduta su una sedia incastrata nella porta girevole, così si sarebbe svegliato se qualcuno avesse cercato di entrare, e dorme ogni sera, con la testa sulle braccia incrociate, appoggiate sul tavolo, la signorina della reception della palestra.
E’ una piccola avventura cercare i colori di questa città che apparentemente sembrerebbe grigia oltre ogni limite, mentre fiori e frutti di tutte le specie e le razze decorano una quantità infinita di giardini e sono venduti anche nel più piccolo spaccio.
E’ entusiasmante scoprire quanti palazzi vecchi creino piccole strade senza uscita (lane), piene di colore e gente sorridente, e scoprire che il bucato si stende su enormi bacchi di bambù che escono dalle case e si appoggiano sul primo albero che trovano nelle vicinanze, tuffando tutte le strutture architettoniche ipermoderne in un caos così retrò.
Guardare una vetrina e vedersi arrivare un vecchio passante che ti apre la porta del negozio e ti fa capire che, probabilmente, tu non avevi capito come si girava la maniglia (?).
Andare a fare compere al mercato con le vecchie che ti sostituiscono la frutta nel cesto perché secondo loro non hai scelto quella buona: troppo matura o troppo acerba, non l’ho capito.
Ieri sera sono finita all’inaugurazione di una mostra all’interno di in un loft a bordo "creek" che avrebbe fatto impallidire l’arredatore new yorkese di alcuni degli appartamenti più underground e di classe degli ultimi dieci anni della storia del cinema.
Però sono anche stata in un antro che, per essere definito negozio, abbisogna di parecchia fantasia, un buco sporco e incasinato, con merce esposta ovunque, a rispolverare pezzi, che io intendo di modernariato, tipo un quadro in parte stampato in parte disegnato con intarsi in velluto e per soggetto un patriottico e fiero classico profilo ¾ di Mao.
E uscita di lì mi sono messa sulla strada, non sul marciapiede, ma proprio sulla strada, a comprare vecchie monete per farne ciondoli, scegliendole in mezzo a dei tappi e a dei vecchi fermagli (perché qui non si butta via nulla, si vende e rivende roba che orma è almeno di undicesima mano).
Nella straordinarietà di questa esperienza si palesano anche persone inaspettate.
Ricevo una telefonata, è proprio la sera in cui Marco mi ha lasciato qui, ed ho appena finito di caragnare come un bimbo di tre anni.
Dall’altra parte della cornetta una voce che non sono solita sentire: Valentina, un’amica di infanzia, di quelle che non ti vedi non ti parli, ma è sempre come se ti fossi lasciato il giorno prima e di cui, non sai come, ma sporadicamente recuperi i pezzi di vita necessari a tenere le fila della loro esistenza.
La voce mi annuncia trionfale: mio marito, Carlo, resta a Shanghai per un paio di giorni per lavoro ed ha tutta una giornata libera prima del volo, gli faresti compagnia?.
Così mi ritrovo dall’altra parte del mondo a girare per la città con una persona con cui non sono tanto intima, ma che vanta di diritto un posto nella mia vita in qualità di “marito di”.
La giornata scorre piacevolissima tra mille chiacchiere e giriingiro, e si presta ad interessanti riflessioni sulla vita, la modernità e le radici (si perché i due amici ora vivono anche loro lontano da casa, in Spagna).
Ma non solo, ci rechiamo anche a comprare una tovaglia, nulla di strano non fosse che la tovaglia, dall’Asia, farà il giro del mondo per finire su un tavolo di una casa in Spagna, sarà apparecchiata dalla persona che all’età di otto anni mi insegnava a fare i tuffi in un paesino sperduto della Liguria e mi dimostra che se si cerca l’avventura, la sorpresa e l’inaspettato tutto, ma proprio tutto, può succedere.

domenica 15 aprile 2007

La Venezia Cinese

























Eccovi un assaggio dell'atmosfera di Hangzhou, la Venezia Cinese appunto, che è un lago con isolotti e promontori collegati da ponti di pietra.
Ma devo essere sincera: se il paesaggio è splendido è altrettanto vero che per assaporarlo devi sgomitare con un centinaio di persone per mq (che nelle foto ho fatto magicamente scomparire).

sabato 14 aprile 2007

L'angolo di Simona

Se questo non è un popolo gentile....
cosa accomuna un cane a dei ravioli? Sono entrambi regali che mi ha fatto la mia Ayi con le sue mani.
Il primo è un calzino contenente terra cui lei, con dei legacci e dei semi, ha conferito la fisionomia di un cane e, se non bastasse, dandogli acqua tutti i giorni gli cresce l'erbe sulla testa (che il mattacchione di Pasto ha pensato bene di potare o tosare?!?).
I secondi sono dei mitici ravioli ripieni cinesi, che mi hanno tenuto compagnia nella mia cena in solitudine del venerdì, ma che soprattutto erano buonissimi.



Se questo non è un popolo svelto....
Alla fiera ognuno, si sa, allestisce il proprio stand, e se vieni da lontano può capitarti di avere dimenticato qualcosa, sbalgiato a pensare gli spazi da allestire o lo spedizioniere potrebbe avere smarrito e/o distrutto del materiale. In Cina non è un problema.
Al mattino presto una schiera di brillanti ragazzi, che ingegnosamente lavorano in modo autonomo, girano tra gli stand allo scopo di provvedere a qualsiasi esigenza dell' "esibitore" sprovveduto.
A noi hanno ricostruito la teca di cristallo del modellino che arredava il nostro spazio espositivo, e che era andata distrutta, e chiarito il nostro ruolo professionale, facendo scritte autoadesive da mettere sulla parete.
Ma c'è di più.
Le bollette si pagano in tutti i supermercati più comuni, che sono muniti all'uopo di un simpatico sistema informatizzato. Non so se riusicte ad immaginarvi la potenza di informatizzare una città con 20.000.000 abitanti e altrettanti apparati.

Se questo non è un popolo sportivo....
Oltre a fare Tahi chi tutto il giorno, i cinesi si fermano spesso per strada o nei giardini dove hanno a dipsosiizone diversi antenati pubblici e di acciaio dei nostri step e cyclette e, se poi si annoiano, proseguono ballando il tango in alcuni luoghi di ritrovo.




Ma non è tutto oro quel che luccica....
Qui non ci sono fusi orari interni nè tanto meno ora legale, perciò fa giorno pieno già alle 6 del mattino e continua a fare buio, sic!, prestissimo.
Inoltre, un'abitudine cinese consiste nel portare i bimbi di due o tre anni in giro, con il loro passo incerto, vestiti con dei pantaloni che sono completamente aperti per tutta lalunghezza del cavallo (dalle chiappe al pancino) allo scopo di evitare il pannolino ed averli pronti ad "evacuare". Questo dovrebbe far sorridere Beppe ed allietare i suoi credi ambientalisti (per i quali faccio sempre un tifo sfrenato).

Rubrica linguistica

L'intevento di Carlo ha decisamente aperto le porte ad un angolo dedicato agli aneddoti culturali e o linguistici, cui mi auspico Pietro e Mimmo daranno il loro contributo.
Insomma, dopo il nero china, vorrei dire che la stampa è uno degli aspetti che maggiormente ci lega a questo paese, almeno dal punto di vista etimolgico.

Dopo un mese di studio della lingua, infatti, ho trovato solo tre parole che sembrano avere una radice comune all'italiano, e una di queste, quella la cui origine mia pare più certa, è Tazebao. Bào in cinese è il giornale e ta zhe significa grandi caratteri.
Da qui Tazebao, giornale a grandi caratteri, che significa giornale o pubblicazione di propaganda.

La seconda parola è Cesuo che indica il bagno e che sembra essere il nostro "cesso", cui noi conferiamo un'accezione linguistica negativa a causa -penso- del suo insolito e sgardevole suono, che potrebbe essere la dimostrazione del fatto che è una parola non propriamente appartenente al nostro panaroma linguistico.

La terza, e per ora ultima, è Zou Zou, che significa girovagare senza meta e da cui io, arbitrariamente, ho deciso derivi il nostro andare a zonzo.

S' (cioè quattro)

Senza dimenticare il primo compleanno cinese dell'ingegnere (il 32° anagraficamente parlando), che si è svolto tra un aperitivo e una cena davvero memorabile nel mitico Wampoa resturant.
Pensate come svecchia come questo posto: abbiamo addirittura proseguito la serata in uno dei locali più affollati della città, dove abbiamo raggiunto il mitico Rob che ci lavora e che, da vero gentiluomo, ci ha offerto il bicchiere della staffa.

San ( cioè tre)

Poi Marco è tornato dall'ennesima spedizione lavorativa e con lui è arrivato il mitico Pasto a farci compagnia.
Tutti insieme ci siamo messi all'opera per allestire lo stand della Martinoli al salone nautico.

Er (cioè due)

Poi la mamma è partita, e l'addio è stato struggente, con un tassista cinese che la consolava in una lingua a lei ignota.
Io sono stata più fortunata:i miei nuovi amici danesi hanno raccolto i miei 1000 pezzetti e mi hanno portato in gita a due ore da qui, nella venezia cinese.
Ve li presento sono Teresa e Biorn.


Yi (cioè uno)

Eccomi qua con un report fotografico sugli ultimi accadimenti:

Come nella migliore tradizione italiana la "mamma" è venuta a trovarci per dieci giorni, in concomitanza con la pausa naizonale del campionato.
Per informazione, aveva già acquistato il bliglietto dell'aereo prima ancora che io e Marco acquistassimo il nostro per trasferirci qui.
























La permanenza è stata fantastica e, con la scusa di gironzolare con lei, ho scoperto tantissimi nuovi "angoli" della città.