domenica 4 febbraio 2007

L’angolo di Simona: consigli utili per chi si dovesse trasferire…. dopo di noi!!!

Le utilities di casa
Se non sei un ingegnere elettronico (o almeno un perito) e non ti diletti di fantascienza: non trasferirti qui!
Dopo poche ore dal nostro arrivo abbiamo tragicamente terminato i “crediti” del riscaldamento ed abbiamo, indi, trascorso la nostra prima notte all’addiaccio, muniti del solo lenzuolo portato da casa e dei rispettivi cappotti usati come coperte.
L’indomani, oltre ad avere acquistato un piumone di seta (da queste parti molto più economico di quello di vera piuma), ci siamo dedicati all’attività della RICARICA.
Sembra facile.
L’operazione consta di diversi passi.
Innanzitutto, si devono reperire nell’abitazione le carte magnetiche ricaricabili.
Dopodiché ci si dirige nell’ufficio-gestione del complesso dove, in diverse stanzette, sono situati dei sottouffici per le utenze.
In ognuno di questi si posiziona la carta magnetica su un cyber-supporto che “trasforma” il denaro in unità di consumo.
Poi la signorina ti spiega in inglese (secondo lei) come fare a trasferire la ricarica in casa.
In realtà ti dice in cinese dove è situata nell’appartamento l’apposita macchina preposta a leggere la tessera. Poi te ne mostra un disegno ultra schematizzato e, spiegandotelo sempre in cinese, finalmente si abbandona ad un confortante “press this on the right” e con un amabile sorriso ti saluta.
Così si ritorna nell’appartamento con le idee confuse, consapevoli che la lingua non la si imparerà mai e, soprattutto, terrorizzati dal freddo di casa.
Per fortuna con un po’di ingegno si trova il “contatore”, ci si striscia la tessera sopra e le parole dell’amica cinese (forse perché pronunciate con tanta gentilezza) tornano alla mente, si schiaccia il pulsante di destra e ..dopo un po’… magia: aria calda, acqua calda e luce a gogo.

Lo struscio
Lo struscio è a Shanghai, e temo in tutto il paese, qualcosa di molto poco poetico, certamente asessuato e decisamente fastidioso (ma ahimè solo per gli italiani).
Lo struscio è il solo aspetto poco cortese dell’etnia cinese che abbiamo scoperto sino ad ora.
Fortunatamente lo struscio è democratico, non c’entra nulla la tua nazionalità e si applica in egual modo a chiunque.
Il dogma è questo: se sei sulla strada di un cinese (che sia a piedi, in bici o auto è lo stesso tranne che per gli effetti sul tuo corpo) è meglio, ma molto meglio, che ti sposti ORA!
Il semaforo non esiste, le bici ed i motorini elettrici non frenano né si comprende se sarebbero in grado di farlo, ma soprattutto le persone camminano e non ti vedono.
La loro prontezza di riflessi, la loro attitudine allo “schivare”, che devono essere secolari, li rende immuni dai forti impatti.
Non gode di tali doti la sottoscritta.
Ho, infatti, trascorso tutte le visite nei supermarket e nei luoghi affollati esattamente come in mezzo ad una pista da ballo di liceali nel momento in cui tutti “pogano” su brani hard core.
In libreria, quando l’ennesimo individuo mi ha spostata di qualche centimetro solo nel tentativo di guardare un libro proprio accanto a me, un po’inebetita dall’urto ed estenuata da tale prassi, ho deciso di fare un esperimento “educativo”.
Ho provato ad urtare volontariamente con un “ruso” sulla schiena il tipo di prima, pronta a sorridergli uggiolando un “terribly sorry” non appena si fosse voltato, ma nulla.
Non si è scomposto di un millimetro.
In Italia mi avrebbero gridato ma vaff… e qui ..nemmeno un plissé.

I tuoi migliori amici: le guardie
Dopo avere affrontato 19 ore di viaggio (da casa a casa) ed essere stati accolti da due cinesi (più fortunatamente la nostra cino-mediatrice “Elisa”) allo scopo di sistemare gli ultimi “dettagli” del contratto di affitto, siamo finalmente rimasti soli e tranquilli, comodamente seduti su un divano.
Pregustando una doccia calda ed una divina cena al ristornate francese sotto casa siamo stati colti dall’inaspettato suono del citofono.
Era Elisa che da perfezionista assennata quale è (e meno male perché senza di lei saremmo persi) ha voluto testare il funzionamento del citofono-nonchècontrollerdicasa high-tech.
Sotto ognuno degli ipermoderni tasti che lo compongono c’è, però, un’alquanto incomprensibile scritta cinese.
Non riuscendo a decifrarne il significato, per riuscire a comunicare con Elisa, Marco ha schiacciato tutti bottoni che ha trovato.
Ha così iniziato ad echeggiare per casa una voce di donna registrata che, formulando strane parole con l’intento di richiamare l’attenzione di tutti gli abitanti del palazzo, simboleggiava nel tono un inquietante quanto esplicito avviso di pericolo parecchio, qualcosa tipo “Vi aurodistruggerete tra due minuti… uno ..40s..”.
Fortunatamente si è materializzata una guardia cinese di rara gentilezza e con qualche dente in meno del normale, la quale, forse credendo di salvarci dai criminali e, un po’ delusa di trovare due sprovveduti idioti italiani, ha fatto tacere il chinese scream.

Dopo la cena e un rinfrancante calice di champagne, non paghi della nostra prima conoscenza con un locale, abbiamo deciso di infilare la seconda.
Trascorse ormai 23 ore da che avevamo lascito casa, abbiamo deciso di accendere una stufetta elettrica in camera da letto causando così un “simpaticissimo” salto del contatore.
Purtroppo i contatori sono alloggiati in armadi a muro chiusi cui si accede dal pianerottolo di casa solo se si è in possesso di un chiave.
A chi rivolgersi? Alle guardie!
Scese le scale in pigiama per chiedere aiuto, dopo avere a lungo "maneggiato" con i vetusti fusibili degli impianti cinesi ed aver convinto a gesti la guardia a staccare quello che pensava essere il fusibile del vicino (assente da anni, ma non si sa mai...), siamo stati nuovamente ed amabilmente salvati.
Meno male che a quel punto la giornata era davvero finita.

La spesa e il bollitore
Se vi occorresse mai comprare un bollitore sappiate che anche in questo caso ci sono regole orientali da rispettare.
Appena Marco si è avvicinato al reparto elettrodomestici – bollitori del Carrefour si è immediatamente dovuto adeguare alle abitudini locali: infilare il naso in ogni bollitore che ti viene proposto allo scopo di verificarne l’odore!
Se il bollitore costa davvero molto poco, dopo averlo annusato, il commesso te lo toglie dalla faccia –fortunatamente- e ti fa un espressione disgustata della serie “ma non vorrai comprare sta schifezza che olezza!”

2 commenti:

Simone ha detto...

Ciao Simoooo!! Ciao Marco!!!!
Certo che a leggere i tuoi racconti, cara Simo, passa un po' la voglia di organizzarsi per venirvi a trovare! eheheh
Come funziona il bollitore?
Quando tornate dalla terra dei canguri?
A presto, e buon anno del Maiale d'Oro!

Anonimo ha detto...

Ciao Simona e Marco..
sono una ragazza di 20 anni e a febbraio mi trasferirò a Shanghai per motivi di studio.. Leggendo quello che avete scritto mi è venuto male anche perchè dovrò prendere casa da sola!!
Avete dei consigli su agenzie, contratti e cose simili??
Poi potendo portare solo 20 chili in valigia non so veramente come organizzarmi!!
Grazie mille per le informazioni anche se devo dire sono abbastanza scoraggianti ^^
Ah, auguri di buon natale ^^
BIBI